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Nuntio Vobis
nov
30
2014
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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domenica 30 novembre 2014 |
Vegliate dunque:
voi non sapete quando
il padrone di casa ritornerà,
se alla sera o a mezzanotte
o al canto del gallo o al mattino...
dal vangelo secondo Marco 13,33-37
Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando ill padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
commento
"Vegliate"! Vegliare non è il semplice aspettare qualcuno rimanendo con gli occhi aperti: è attendere qualcuno come una madre che la sera attende il rientro a casa del figlio e pur cedendo al sonno, non spegne la luce sul comodino, finchè non si assicura del suo arrivo. Vegliare è attendere e scrutare con un cuore coinvolto: è percepire un filo rosso che avvolge me, le persone a cui tengo, il Signore e gli eventi che vivo. Gesù, tu mi chiedi di aprire gli occhi per vedere non solo le cose materiali, ma riconoscere la tua mano, la tua intenzione, la tua presenza dietro e dentro le cose che sto vivendo.
riflessione di papa Francesco
"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, entimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi - e anche dentro di noi - ci sono tenebre e luce. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l'avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. [...]
Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l'orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi".
Papa Francesco
Dall'Omelia nella Messa della notte di Natale, 24-12-2013
preghiera
Aiutami, Signore, ad attendere senza stancarmi.
Aiutami ad esserci quando mi cercano, a dare quando mi chiedono,
a rispondere quando mi domandano, a far posto a chi entra,
a uscire quando sono di troppo.
Aiutami a vedere Te nel mio fratello, a camminare insieme con lui e con Te:
perché insieme possiamo sedere alla mensa del Padre.
(Leone Dehon)
fonte: abbiamo visto la sua stella
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18
2014
Riflessioni
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giovedì 18 settembre 2014 |
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lug
29
2014
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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martedì 29 luglio 2014 |
"Nel mondo in cui viviamo, diventa quasi una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, specialmente per chi abita in città, dove le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione e aldistensivo contatto con la natura.
Le vacanze sono, inoltre, giorni nei quali ci si può dedicare più a lungo alla preghiera, alla lettura e alla meditazione sui significati profondi della vita, nel contesto sereno della propria famiglia e dei propri cari.
Il tempo delle vacanze offre opportunità uniche di sosta davanti agli spettacoli suggestivi della natura, meraviglioso "libro" alla portata di tutti, grandi e piccini.
A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, "capace di Dio" perché interiormente aperta all'Infinito.
Sospinta dalla domanda di senso che le urge nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante l'impronta della bontà, della bellezza e della provvidenza divina e quasi naturalmente si apre alla lode e alla preghiera."
(Giovanni Paolo II)
PREGHIERA PER L'ESTATE
Oh padre, creatore di ogni cosa, grazie per l'estate.
Grazie per il calore del sole
e per le ore di luce che aumentano
giorno dopo giorno.
Grazie per tutte le cose belle che vedo intorno a me
e per l'opportunità di stare all'aria aperta
e poter così godere delle bellezze della Creazione.
Grazie per l'opportunità che mi dai
di passare più tempo con gli amici e la famiglia,
e per godere dei momenti di pace e tranquillità
che l'estate porta con sè.
Riscalda la mia anima con la consapevolezza
della tua presenza
e illumina il mio cammino
con la tua Parola ed il tuo Consiglio.
E, mentre gioisco per le bellezze del Creato,
crea in me un cuore puro
che abbia una costante sete di Te.
Un augurio sincero ed affettuoso per le vostre prossime vacanze:
che per voi tutti siano un tempo di riposo,
un tempo da trascorrere nella serenità,
un tempo per rinnovare e rinfrancare lo spirito
don Marino, don Angelo,
la redazione di sannicolatoritto.it
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giu
20
2014
Papa Francesco
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 20 giugno 2014 |
«Il Signore, tuo Dio, ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi» (Dt 8,2). Queste parole del Deuteronomio fanno riferimento alla storia d'Israele, che Dio ha fatto uscire dall'Egitto, dalla condizione di schiavitù, e per quarant'anni ha guidato nel deserto verso la terra promessa. Una volta stabilito nella terra, il popolo eletto raggiunge una certa autonomia, un certo benessere, e corre il rischio di dimenticare le tristi vicende del passato, superate grazie all'intervento di Dio e alla sua infinita bontà.
Allora le Scritture esortano a ricordare, a fare memoria di tutto il cammino fatto nel deserto, nel tempo della carestia e dello sconforto. L'invito è quello di ritornare all'essenziale, all'esperienza della totale dipendenza da Dio, quando la sopravvivenza era affidata alla sua mano, perché l'uomo comprendesse che «non vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3).
Oltre alla fame fisica l'uomo porta in sé un'altra fame, una fame che non può essere saziata con il cibo ordinario. E' fame di vita, fame di amore, fame di eternità. E il segno della manna - come tutta l'esperienza dell'esodo - conteneva in sé anche questa dimensione: era figura di un cibo che soddisfa questa fame profonda che c'è nell'uomo. Gesù ci dona questo cibo, anzi, è Lui stesso il pane vivo che dà la vita al mondo (Gv 6,51). Il suo Corpo è il vero cibo sotto la specie del pane; il suo Sangue è la vera bevanda sotto la specie del vino. Non è un semplice alimento con cui saziare i nostri corpi, come la manna; il Corpo di Cristo è il pane degli ultimi tempi, capace di dare vita e vita eterna, perché la sostanza di questo pane è Amore. Nell'Eucaristia si comunica l'amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con Sé stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze. Vivere l'esperienza della fede significa lasciarsi nutrire dal Signore e costruire la propria esistenza non sui beni materiali, ma sulla realtà che non perisce: i doni di Dio, la sua Parola e il suo Corpo.
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